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NIDIL CGIL COMUNICATO STAMPA

Comunicati Nidil - 04/03/2012

Dall'Ufficio Studi della CGIL di Treviso l'analisi sull'occupazione giovanile.
Assunzioni, Vendrame: "Solo l'8% a tempo indeterminato".

Vendrame: "Pensare al precariato come condizione legata unicamente all'occupazione giovanile è un errore, contratti a termine e forme atipiche di assunzione investono ormai tutte le fasce d'età"
"Per quanto riguarda il mercato del lavoro, oltre alla disoccupazione giovanile che nella provincia di Treviso si attesta sopra al 20%, si può notare (vedi grafico) come il lavoro temporaneo e la grande flessibilità in entrata la facciano da padrone. Per ogni 100 assunzioni fatte nel corso del 2011, infatti, solo l'8% degli under 29 ha stipulato un contratto a tempo indeterminato"
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Lo ha detto oggi Giacomo Vendrame, segretario generale NIDIL CGIL di Treviso, consegnando i numeri relativi all'occupazione giovanile e al precariato nella provincia elaborati dall'Ufficio Studi della CGIL.
"Per questa fascia d'età – ha spiegato Vendrame - la stragrande maggioranza delle assunzioni fatte nella Marca lo scorso anno è costituita da contratti a tempo determinato, pari al 38%, che vanno a sommarsi a quelli di apprendistato 12%, di somministrazione 17% e a chiamata 12%, determinando quella che si definisce generazione del precariato. A queste percentuali bisogna poi aggiungere un ulteriore 5 e 6 per cento che fanno riferimento, rispettivamente ai tirocini e ai cosiddetti contratti parasubordinati (in primis il contratto a progetto, ma anche le prestazioni di collaborazione occasionale). Un esercito di giovani lavoratori, poco meno di sessanta mila (57.853), che sebbene inseriti nel mercato del lavoro vedono la stabilità del rapporto di lavoro sempre più come un sogno irrealizzabile, vivendo di espedienti e di continui stop & go della loro vita professionale e non solo".

"Ampliando il raggio dell'indagine – ha continuato Vendrame - il fronte del precariato si allarga e coinvolge ormai anche altre fasce d'età, cala naturalmente ma mantenendo alte percentuali. Basti pensare in termini assoluti alla marea di contratti attivati nel 2011: ben 22.300 sono state le assunzioni tramite agenzia interinale, 7.600 quelle con contratto a progetto, dei quali fin troppi sono meri escamotage per evitare il pagamento dei contributi, e 1.700 assunzioni con contratto a prestazione occasionale – ha snocciolato il segretario - La precarietà si allarga a tutte le fasce di età: riconducibile alla crisi economica e occupazionale, questo dato è molto preoccupante perché mette in evidenza la difficile situazione di chi perdendo il posto di lavoro non riesce a trovare un'occupazione altrettanto solida sia sul fronte temporale che dei diritti".

"I lavoratori che si rivolgono alle agenzie interinali e che firmano contratti in somministrazione, che come si è visto è la formula che oggi va per la maggiore - ha precisato Vendrame – sono per il 37% giovani, ben il 30% ha tra i 30 e i 39 anni e il 28% ha tra i 40 e i 54 anni. Dei contratti a chiamata il 52% è svolto dai giovani, il 20% dagli Under 39 e il 19% dai quarantenni. Trasversalmente il 31% delle tre fasce d'età accede all'assunzione a tempo determinato, ma anche i contratti a progetto sono presenti quasi in egual misura tra le diverse fasce di età: rispettivamente 37% fino ai 29 anni, 28% fino ai 54 anni, per abbassarsi al 23% per gli ultracinquantenni. Ovviamente apprendistato e tirocinio restano, invece, appannaggio degli Under 29, rispettivamente con l'81 e il 99 per cento delle assunzioni".

"Per quanto riguarda la quota di giovani donne – ha continuato Vendrame - nel mercato del lavoro la tendenza è assumere a tempo indeterminato più gli uomini 59%, una sostanziale parità se si analizzano le assunzioni a tempo determinato, 52% le donne, e un accesso privilegiato, si fa per dire, alle forme di occupazione a intermittenza per le donne, come il contratto a chiamata, 55%".

"Qualcuno non pensi che la precarietà ci sia per effetto dell'art.18 – conclude Vendrame – la stragrande maggioranza dei contratti atipici viene utilizzata dal 95% di quelle aziende che in provincia di Treviso sono sotto i 15 dipendenti, a cui quindi non si applica l'art.18 dello Statuto dei lavoratori. Il problema è evidentemente un altro: ci devono essere regole che eliminano la "cattiva" flessibilità riducendo le forme contrattuali, regole chiare da far rispettare attraverso anche i necessari controlli, per fare in modo che il lavoro a tempo indeterminato costi meno rispetto alle forme a termine. Senza dimenticare che nella situazione attuale molti sono lasciati senza coperture nei periodi di non lavoro, quando invece gli ammortizzatori sociali vanno garantiti a tutti universalmente".

I PUNTI
OCCUPATI:
Tasso di disoccupazione giovanile (Under 29) 20,3%
TEMPORANEI:
Ogni 100 assunti solo 8 accedono ad un contratto a tempo indeterminato
PRECARIATO:
32.900 sono i contratti atipici firmati nel 2011
LE DONNE:
Solo il 41% viene assunta a tempo indeterminato

IL GRAFICO
Grafico