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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 06/02/2009

Dura presa di posizione del segretario generale dopo le parole del senatore leghista.
"Sui romeni Stiffoni volgare e indegno".

Barbiero: "Quando la Lega parla degli stranieri lo fa a sproposito o con becero razzismo. Generalizzare le responsabilità criminali personali su base etnica è da ignoranti".
E sul ministro Zaia: "Ho i brividi a pensare che si decida se il disoccupato merita di ritrovare un lavoro guardando alla cittadinanza. Attenti a non confondere la legalità con la xenofobia".

"Quando la Lega parla di stranieri o lo fa a sproposito o lo fa in maniera volgare e con becero razzismo". Lo ha detto oggi Paolino Barbiero, segretario generale della Cgil provinciale di Treviso, secondo cui "le parole del senatore Stiffoni sui romeni sono indegne di un rappresentante del popolo italiano, offensive nei confronti della dignità umana, inutilmente volgari e intrise di razzismo".

"Le generalizzazioni di Stiffoni sono un sintomo di ignoranza - ha detto Barbiero - quel senatore conferma che lungi dal rappresentare un partito localista, la Lega oggi è il contenitore delle peggiori pulsioni xenofobe che purtroppo agitano la società italiana. Le tremende e ingiustificabili responsabilità di chi si è macchiato di reati orribili come la violenza sessuale sono personali, non riconducibili a una intera nazione. Fare della criminalità una questione etnica è cosa gravissima".

Secondo Barbiero> "Oggi esiste il rischio di una caccia alle streghe che individua nello straniero, perché straniero, il responsabile di tutti i mali della nostra società: la violenza privata, la criminalità organizzata, la crisi e la disoccupazione.
Quando sento un ministro della Repubblica dire, come ha fatto Luca Zaia, che si deve distinguere secondo il criterio della cittadinanza tra il disoccupato meritevole di essere aiutato a ritrovare il lavoro e chi no mi vengono i brividi. E mi chiedo se abbia idea di come è fatta la società italiana e da chi è composto oggi il nostro mercato del lavoro".

"Noi - ha concluso Barbiero - crediamo al principio "stesso sangue, stessi diritti", che è il titolo della campagna della Cgil contro il razzismo. Chiediamo una presa di posizione trasversale alla politica, alle forze sociali ed economiche e alla società civile trevigiana, perché legalità, ordine e diritto non vengano confusi con becera xenofobia e sconce teorie socio-politiche da Ku Klux Klan in versione padana".

Ufficio Stampa