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COMUNICATO STAMPA

Comunicati Segreteria - 23/12/2008

Sul social network Facebook raccolta di firme contro il razzismo.
"Stesso sangue, stessi diritti. Anche a Treviso".
Iniziativa della Camera del Lavoro a sostegno della campagna nazionale della Cgil. Barbiero: "Anche il web è strumento per testimoniare la tolleranza, contro ogni discriminazione".

Dopo essere passata dal solo comunicato stampa scritto al videocomunicato, la Camera del Lavoro di Treviso esplora un altro terreno del mondo del web: i social network. E lo fa con una iniziativa condotta all'interno dell'oramai nota piattaforma Facebook: una raccolta di firme a sostegno della campagna nazionale della Cgil "Stesso sangue, stessi diritti".
Si tratta della prima vera azione all'interno del social network del sindacato trevigiano, impegnato ora anche nella comunicazione sociale web in collaborazione con l'agenzia giornalistica "Astro-Metacomunicatori" di Treviso.

"La campagna - ha spiegato Paolino Barbiero, segretario generale della Camera del Lavoro di Treviso, in merito all'iniziativa avviata ieri – vuole rendere evidente la testimonianza dei valori del rispetto, della tolleranza e dell'uguaglianza tra gli uomini, nella consapevolezza che queste sono le condizioni affinché anche la società trevigiana, naturalmente diretta verso forme di multiculturalità e multietnicità, possa crescere rispettosa delle differenze. Dire "no" al razzismo e alle tendenze xenofobe che pericolosamente ci stanno attraversando è un gesto di maturità civile. Un buon inizio sarebbe quello di demolire gli stereotipi e i pregiudizi che gravano sugli immigrati."

"Rispetto a questo obiettivo – ha proseguito Barbiero – anche il web, ed in particolare i social network, possono dimostrarsi uno strumento importante: per questo sulla piattaforma Facebook, in cui siamo presenti, abbiamo messo a disposizione un gruppo e lanciato una causa: firme vere di persone vere, che ci mettono la faccia, donne e uomini che mostrino il lato migliore della provincia di Treviso, il cui profilo è disegnato da un forte senso di solidarietà e di tolleranza, valori che sono ancora convinto siano parte del patrimonio culturale di questa terra".

"Non ci rivolgiamo solo ai singoli – ha puntualizzato il segretario generale della Cgil trevigiana - vogliamo raggiungere anche tutte le forze sociali, politiche ed economiche, le organizzazioni religiose, le molte realtà che diffondono e credono nel valore del rispetto reciproco e vogliono sostenere il principio dell'uguaglianza. Senza dimenticare un appello, diretto ai partiti: che si smetta di cavalcare le paure per scopi elettorali, serve invece un impegno coraggioso e responsabile per agevolare i processi d'integrazione all'interno di una quadro di vera legalità, anche grazie ad un dibattito sereno e costruttivo."

"La Marca è da molti anni un grande laboratorio di integrazione dei lavoratori migranti dove, molto spesso, più che le istituzioni sono le reti sociali a emergere come i veri artefici di buoni e virtuosi processi d'integrazione attiva, che favoriscono anche lo sviluppo sociale ed economico. Ad esempio è necessario affrontare il tema della regolarizzazione degli immigrati che già lavorano in nero, in condizioni di ricattabilità e di grave sfruttamento, e al contempo permettere la crescita professionale di queste persone, in modo da cancellare le differenza formative e quindi le disuguaglianze".

"Ribadisco che uno dei primi e più urgenti problemi da affrontare riguarda gli incresciosi ritardi della burocrazia e l'inefficienza del sistema dei flussi, oltre alla incapacità di armonizzare l'offerta proveniente dal mercato del lavoro alla domanda di regolarizzazione e di legalità: sono situazioni non degne di paese civile e democratico. Non possiamo accettare che sia il sistema stesso a violare i diritti individuali di migliaia di persone, vanificando, come nel caso trevigiano, i tanti sforzi fatti da Prefettura e Questura per risolvere e contrastare il rischio continuo di scivolamento degli immigrati verso il baratro della marginalità sociale e della clandestinità. È inammissibile l'assenza dello Stato nell'affrontare concretamente questa situazione in un territorio da cui provengono due ministri dell'attuale Governo."

"La provincia di Treviso - ha concluso Paolino Barbiero – dovrebbe essere il modello d'integrazione intelligente e di capacità organizzativa è invece ormai ingessata nelle maglie di una burocrazie inetta, sulle cui inefficienze rischiano di trovano terreno fertile razzismo e intolleranza.""

Campagna Nazionale "Stesso sangue. Stessi diritti."
Cgil Treviso su link Per entrare in Facebook http://it-it.facebook.com/
Gruppo "Stesso sangue. Stessi diritti. Campagna d'adesione"
Causa "Stesso sangue. Stessi diritti. Anche a Treviso"